Differenti comparti produttivi comportano la necessità da parte dell’operatore di effettuare attività di movimentazione manuale di carichi, con questo termine, spesso abbreviato dall’acronimo MMC, si intende:
“qualsiasi operazione di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari”.
In molti ambiti produttivi, dall’agricoltura all’industria, senza dimenticare le attività tipiche del settore terziario, è richiesto lo svolgimento di attività di movimentazione manuale di carichi (MMC), rappresentati da una molteplicità di elementi semilavorati, finiti, confezioni, come anche di strumentazione di vario genere o di utensili per eseguire specifiche lavorazioni.
In Europa oltre il 30% dei lavoratori svolge attività di movimentazione manuale di carichi, in particolare i lavoratori di sesso maschile risultano essere maggiormente coinvolti (oltre il 40% del totale) rispetto alle lavoratrici (poco più del 20%), a causa del fatto che gli uomini sono addetti in maniera prevalente ad attività “pesanti” proprie del comparto manifatturiero e delle costruzioni. Le lavoratrici risultano essere significativamente coinvolte nel settore della sanità, specificatamente nell’assistenza e nella cura dei pazienti, attività che prevedono fasi di movimentazione.
A livello nazionale, il Legislatore ha dimostrato una particolare attenzione alla problematica, dedicando nell’ambito del Testo unico sulla sicurezza (D.lgs. n. 81/08 e successivi aggiornamenti), il Titolo VI alla movimentazione manuale dei carichi e contestualmente portando a termine l’aggiornamento delle tecnopatie che godono della “presunzione legale d’origine” con la pubblicazione delle nuove Tabelle delle malattie professionali (MP) nell’industria e nell’agricoltura (decreto ministeriale del 9 aprile 2008). Queste includono alcune malattie muscolo-scheletriche, in precedenza non contemplate, fra cui l’ernia discale lombare (voce 77 nell’industria e 22 nell’agricoltura), dovuta fra l’altro a “movimentazioni manuali di carichi svolte in modo non occasionale in assenza di ausili specifici”.
Le evidenze fin qui sinteticamente esposte dimostrano l’attualità di una problematica che proprio in virtù degli effetti anche gravosi sulla salute dei lavoratori, necessita di essere affrontata sia sul piano della valutazione del rischio, sia su quello dell’attuazione delle misure più idonee ed efficaci, in termini di prevenzione e protezione dei lavoratori, per ridurre il livello di esposizione.
Di seguito in allegato proponiamo un approfondimento inerente il tema del rischio da movimentazione manuale dei carichi.