La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza destinata a segnare un’importante svolta nel sistema previdenziale italiano. Con la Sentenza n. 24886 del 17 settembre 2024, i giudici supremi hanno stabilito che la contribuzione figurativa può essere utilizzata per il calcolo delle condizioni necessarie per accedere alla pensione anticipata. Questo rappresenta una significativa apertura rispetto a quanto previsto in passato.
Il ruolo della contribuzione figurativa
La contribuzione figurativa include quei periodi in cui il lavoratore non versa contributi previdenziali perché, ad esempio, è disoccupato o in malattia, ma lo Stato riconosce comunque tali periodi come validi ai fini pensionistici. La decisione della Cassazione permette che questi periodi vengano conteggiati per il raggiungimento del requisito contributivo necessario per ottenere la pensione anticipata.
Superato il requisito dei 35 anni di contributi effettivi
La Corte ha inoltre sottolineato che, a seguito della riforma Fornero (Legge n. 214 del 2011), il vincolo dei 35 anni di contribuzione effettiva, che in passato era necessario per accedere alla pensione anticipata, non è più in vigore. La riforma ha modificato profondamente il sistema pensionistico italiano, eliminando tale soglia rigida e introducendo nuovi criteri che, grazie alla recente sentenza, includono anche la contribuzione figurativa tra i periodi conteggiabili.
Una maggiore flessibilità per i lavoratori
Questa sentenza rappresenta un passo in avanti per molti lavoratori, in particolare quelli che hanno attraversato periodi di disoccupazione, malattia o altre situazioni che hanno comportato l’interruzione della carriera lavorativa e dei contributi effettivi. Grazie alla decisione della Cassazione, tali periodi non penalizzeranno più i lavoratori, che potranno comunque sommare la contribuzione figurativa per raggiungere il requisito richiesto per la pensione anticipata.
Si tratta di un cambiamento che porta una maggiore flessibilità e giustizia nel sistema previdenziale, garantendo ai lavoratori una tutela più ampia, soprattutto in un contesto economico e occupazionale sempre più incerto.