Il Previndai, sul proprio sito internet, ha ricordato che i contributi versati al Fondo sono deducibili dal reddito. Riducono, quindi, il reddito imponibile e danno origine ad un risparmio immediato sotto forma di minori imposte IRPEF.
Saranno poi tassati dal Fondo al momento della liquidazione con l’aliquota, più conveniente, riservata dal Legislatore alle prestazioni di previdenza complementare.
Questo trattamento fiscale favorevole vale su tutti i contributi versati: ne beneficiano sia i contributi di derivazione contrattuale, su cui il datore di lavoro opera la deduzione già in busta paga, sia i contributi versati a Previndai su base volontaria e spetta, generalmente, fino ad euro 5.164,57. I contributi versati oltre il limite di deducibilità fiscale sono soggetti ad imposta.
Pertanto, se sono stati versati per il 2023 i contributi che non sono stati dedotti, il relativo ammontare, se comunicato a Previndai, non sarà tassato al momento dell’erogazione della prestazione.
Per dichiarare l’importo dei contributi non dedotti è disponibile, nell’area riservata del sito, la funzione “Contributi non dedotti” che consentirà di compilare il modulo 059. La dichiarazione dovrà essere trasmessa debitamente sottoscritta entro il 31 dicembre 2024. Nel caso in cui si maturi il diritto alla prestazione prima del 31 dicembre, occorre inviare il modulo al più tardi nel momento in cui si richiede la prestazione.
Infine, ricorda il Previndai, se è stato iscritto un familiare al Fondo e sono stati per lui versati contributi che non hanno beneficiato della deduzione, l’ammontare dei contributi non dedotti deve essere comunicato dal familiare stesso, destinatario della contribuzione, tramite la funzione web dedicata presente nella sua area riservata.