Inail e Cnr hanno collaborato ad una ricerca, per studiare le possibili misure di adattamento e prevenzione degli effetti da esposizione a temperature estreme, a cui sempre più assistiamo con il riscaldamento globale in atto.
Cosa tratta
La comunità scientifica internazionale ha, nella maggioranza, riconosciuto che stiamo assistendo ad un cambiamento globale del clima e che questo sta impattando sulla salute. Negli ultimi anni, durante la stagione estiva, si sono registrate le temperature più alte di sempre, da quando vengono effettuate queste misurazioni, come confermato recentemente dall’Intergovernamental Panel on Climate Change (Ipcc). Si stima che in Europa nel 2022 circa 70000, 18000 solo in Italia, e almeno 48000 nel 2023 siano decedute per patologie causate o aggravate dal calore eccessivo.
Anche alcune delle cause sono chiare, fra cui la produzione di gas serra che impediscono la dissipazione del calore e, nonostante la riduzione delle emissioni di questi in Europa, non tutti i paesi globalmente si impegnano a ridurre l’impatto sul clima e invertire la tendenza sembra comunque una possibilità di certo non vicina.
Dobbiamo quindi fare i conti con l’innalzamento delle temperature e capire come poterci adattare e ridurre gli effetti negativi sulla salute.
Lo studio Inail-Cnr, pubblicato sulla rivista Environmental Research, spiega come le azioni che possiamo mettere in pratica riducano i rischi di infortunio e proteggano anche la produttività aziendale.
L’impatto del riscaldamento sul lavoro
Le temperature eccessive possono causare esaurimenti da calore, colpi di calore o aggravare una condizione di salute già fragile, fino alla morte e, come abbiamo visto, i numeri sono importanti. Non solo, il calore compromette le capacità fisiche e cognitive, aumentando anche il rischio di infortunio, ad esempio di cadute e scivolamenti; ma con temperature elevate, aumenta anche la probabilità che non vengano indossati DPI che possono aggravare la sensazione di calore.
Le temperature elevate non solo l’unico effetto del riscaldamento che ha impatto sulla salute dei lavoratori, ma può interagire sull’esposizione a inquinanti nell’aria, cancerogeni e allergeni biologici, oltre a poter determinare un incremento dell’esposizione alle radiazioni solari.
I lavoratori più soggetti e su cui porre maggiore attenzione nel determinare misure di prevenzione sono:
- i lavoratori anziani, sempre più numerosi;
- gli operatori che svolgono attività all’aperto nelle ore diurne, in particolare nel settore agricolo e delle costruzioni;
- coloro che presentano un quadro che può peggiorare con l’esposizione al calore, come il personale affetto da malattie cardiovascolari, respiratorie, ai reni, diabete o con problemi di salute mentale.
Lo studio del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail e dell’Istituto per la BioEconomia del Cnr ha realizzato un modello epidemiologico che analizza misurazioni di temperature di bulbo umido e dati sugli infortuni. Dai calcoli, è risultato che nel periodo 2014-2019 circa 25000 infortuni sia avvenuti in Italia a causa del calore eccessivo, quindi oltre 4000 all’anno.
Secondo la ricerca, inoltre, ciò ha portato ad una riduzione media della produttività del 6,5% e ad un costo associato sostenuto a seguito di questi infortuni di quasi 50 milioni di euro l’anno, per le spese assicurative, gestionali e di tutela degli infortunati, spese che hanno poi avuto impatto sui premi assicurativi.
La prevenzione
È evidente che prevenire gli effetti delle temperature elevate non è solo importante per la tutela della salute, ma conviene alle imprese e alle istituzioni per evitare un aggravio di costi e una perdita nella produttività.
Bisogna anzitutto partire dalla formazione:
- per i datori di lavoro, affinché implementino le misure necessarie, come l’organizzazione del lavoro che eviti l’esposizione eccessiva, la scelta di DPI e abbigliamento adeguati, la creazione di ambienti dove potersi riparare dal calore (arre ombreggiate all’esterno, stanze climatizzate all’interno di impianti con temperature elevate);
- per i lavoratori, perché conoscano i rischi, gli effetti sulla loro salute, le procedure e le altre misure per mitigare suddetti rischi, ad esempio il mantenimento un’idratazione adeguata;
- per gli addetti al primo soccorso, affinché riconoscano per tempo le patologie da calore e possano intervenire per evitare un rapido peggioramento.
I datori di lavoro possono inoltre contare su una serie di strumenti innovativi, fra cui i sistemi previsionali di allerta specifici per il settore occupazionale, che segnalano condizioni di criticità, oppure le tecnologie indossabili, che possono segnalare condizioni di pericolo (temperatura corporea del soggetto) o come gli indumenti refrigeranti.
Per approfondire: “L’impatto del riscaldamento globale sulla salute“