Con il parere del 7 febbraio 2025, n.2395, il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha risposto ad un interpello sul regime autorizzativo nel caso di emissioni di materiale pulverulento in condizioni particolari come in aree portuali dove viene movimentato.
Il quesito
La Provincia di Cosenza ha richiesto chiarimenti relativamente al regime autorizzativo per attività di imbarco, sbarco, movimentazione e deposito da e su navi di materiale pulverulento, effettuate in aree portuali con l’ausilio di gru semoventi e macchine operatrici. Dato che la movimentazione di questo materiale può comportare emissioni in atmosfera, si chiede, ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e del D.P.R. 59/2013, se le aziende che eseguono tali attività debbano richiedere autorizzazione e secondo quale procedimento amministrativo.
La risposta del Ministero
Il Ministero ha risposto chiarendo anzitutto l’obbligo e chi ne è soggetto.
L’obbligo in questione deriva dalla parte quinta del D.Lgs. 152/2006 che afferma che sono soggetti alla autorizzazione alle emissioni in atmosfera gli stabilimenti che producono emissioni in atmosfera. La definizione di stabilimento la dà lo stesso decreto all’art. 268, che il Ministero chiarisce essere volutamente ampia e perciò include anche aree portuali, sotto la gestione di un concessionario, dove vengono svolte abitualmente attività di carico, scarico, movimentazione e deposito con emissioni in atmosfera.
Il D.P.R. 59/2013 ha poi stabilito che debba essere richiesta un’autorizzazione unica ambientale (AUA), definendone l’iter, per cui il Ministero chiarisce che a questo si debba fare riferimento, in quanto applicabile a tutti gli stabilimenti e gli impianti esclusi dall’autorizzazione integrata ambientale (AIA).
Conclusioni
Il Ministero ha confermato che anche le aree portuali che integrano uno stabilimento, dove di svolgono attività di carico, scarico e movimentazione di materiali pulverulenti, con conseguenti emissioni, rientrano nel campo di applicazione del D.P.R. 59/2013 e pertanto hanno l’obbligo di richiedere l’AUA all’autorità competente.