Infortuni sul lavoro in orario notturno: Rapporto INAIL 2018-2022

Ago 6, 2024 | News

fonte articolo: www.zhrexpert.it

L’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) ha pubblicato un rapporto dettagliato sugli infortuni avvenuti in orario notturno nel quinquennio 2018-2022. Questo studio fornisce un quadro completo sulla distribuzione, le cause e le conseguenze degli incidenti lavorativi notturni in Italia, evidenziando l’importanza di misure preventive adeguate per migliorare la sicurezza sul lavoro durante le ore notturne.

Di cosa si tratta:

In Italia, il lavoro notturno è regolamentato dal Decreto Legislativo 66 del 2003, che definisce il lavoratore notturno come:

Chi, durante il periodo notturno (che comprende almeno sette ore consecutive tra la mezzanotte e le cinque del mattino), svolge almeno tre ore del suo lavoro giornaliero in modo normale;
Chi, secondo le norme definite dai contratti collettivi, svolge una parte del suo orario di lavoro durante il periodo notturno. In assenza di tali disposizioni collettive, è considerato lavoratore notturno chiunque lavori almeno tre ore notturne per un minimo di ottanta giorni lavorativi all’anno.

Il rapporto INAIL prende in considerazione il periodo 2018-2022, evidenziando come gli infortuni notturni rappresentano una parte considerevole del totale degli incidenti lavorativi, riflettendo la crescente prevalenza del lavoro notturno in vari settori economici, come la sanità, i trasporti, la logistica e la manifattura.

Nel 2022 gli infortuni sul lavoro denunciati complessivamente all’INAIL sono stati 640.251 di questi, 18.054 sono occorsi in orario notturno, quindi il 2,8%. Percentuale abbastanza stabile in tutto il quinquennio 2018-2022, con una flessione nell’anno della pandemia. Risulta più elevata l’incidenza nel 2022 dei casi mortali avvenuti in orario notturno, per i quali sono stati registrati ben 96 casi, circa il 7,7%, dato molto più elevato di fronte ad un dato medio del 5,5% nel quinquennio.

Oltre i 3/ 4 degli infortuni avvenuti in orario notturno sono avvenuti in occasione di lavoro, il resto (23,1%) in itinere. Per i casi mortali “la quota” degli in itinere sale al 38,5%, mentre il 61,5% è in occasione di lavoro.

La quasi totalità degli infortuni è avvenuta nell’attività dell’industria e servizi, in modo più approfondito si rileva che i settori maggiormente interessati dal fenomeno infortunistico in orario notturno sono:

Manifatturiero con il 27,4% dei casi
Trasporto e magazzinaggio 18,5%;
Sanità ed assistenza sociale 16,7%
Noleggio, agenzie di viaggi e supporto alle imprese 12,5%:

Il numero elevato di infortuni nel settore manifatturiero è correlato al numero di addetti. Particolare attenzione viene rivolta verso il settore della sanità e assistenza sociale, che è il settore che presenta l’incremento maggiore, con un picco nell’anno della pandemia.

Il 73,2% degli infortuni denunciati sono relativi ai lavoratori di sesso maschile, confermando l’idea che le attività di notte coinvolgono in prevalenza uomini. Il 76,5% degli infortuni ha colpito gli Italiani, mentre il 4,5% ha interessato lavoratori provenienti dall’UE.

Circa la metà degli eventi è concentrato nella prima e nell’ultima ora dell’arco temporale preso in esame.

Dal punto di vista territoriale è il Nord a farla da padrone con circa il 60% delle denunce di infortuni notturni con la Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.

I principali infortuni non mortali riguardano contusioni, lussazioni e fratture con ben l’80,7% del totale, al netto dei casi. Le principali cause di decessi sono state fratture, lesioni da altri agenti e contusioni. In particolare, gli incidenti da caduta e da scivolamento sono tra i più comuni, spesso causati da illuminazione insufficiente, pavimentazioni scivolose o disordinate e stanchezza dei lavoratori. La parte anatomica che ha condotto al decesso ha visto interessare il cranio, seguito dagli organi interni e la parte toracica.

La sede delle lesioni ha evidenziato che oltre il 30% degli infortuni riconosciuti ha riguardato la mano e la colonna vertebrale, seguite poi dalla caviglia, ginocchio e zona toracica.

Conclusioni:

Diversi fattori contribuiscono all’aumento del rischio di infortuni durante l’orario notturno. Tra questi, la fatica e la riduzione della vigilanza sono i più rilevanti. La deprivazione del sonno e i ritmi circadiani alterati influiscono negativamente sulla capacità di concentrazione e reazione dei lavoratori. Inoltre, le condizioni ambientali, come l’illuminazione insufficiente e la presenza di rumori di sottofondo, possono aggravare il rischio di incidenti.

Lo studio dell’INAIL sugli infortuni in orario notturno nel quinquennio 2018-2022 evidenzia la necessità di un’attenzione maggiore verso la sicurezza dei lavoratori notturni. La riduzione degli infortuni richiede un impegno congiunto da parte dei datori di lavoro, dei sindacati e delle istituzioni, al fine di creare un ambiente di lavoro sicuro e sostenibile per tutti i lavoratori, indipendentemente dall’orario di lavoro.

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