L’8 agosto scorso, il Garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato una serie di FAQ dedicate all’oblio oncologico, un tema di crescente rilevanza per la tutela dei diritti delle persone guarite da malattie oncologiche. Queste nuove indicazioni hanno l’obiettivo di prevenire discriminazioni e di garantire un trattamento equo e rispettoso della privacy per coloro che, superata la malattia, desiderano ricostruire la propria vita senza subire pregiudizi legati al passato clinico.
Il concetto di oblio oncologico, introdotto dalla legge n. 193 del 7 dicembre 2023, sancisce il diritto delle persone guarite di non dover fornire informazioni né essere oggetto di indagini riguardanti la loro precedente condizione patologica, soprattutto in contesti cruciali come l’accesso ai servizi bancari, finanziari, assicurativi, e durante le procedure di selezione per l’impiego e la formazione professionale.
Nello specifico, il Garante ha chiarito che i datori di lavoro, nella fase pre-assuntiva, non possono richiedere informazioni relative a patologie oncologiche superate, il cui trattamento attivo si sia concluso senza episodi di recidiva da più di 10 anni. Questo periodo si riduce a 5 anni se la patologia è insorta prima che l’interessato avesse compiuto 21 anni. Queste restrizioni sono pensate per proteggere i candidati da discriminazioni basate su informazioni mediche non più rilevanti per la loro capacità di lavorare.
Inoltre, le nuove linee guida ribadiscono che, anche durante il rapporto di lavoro, i datori di lavoro devono rispettare le disposizioni che vietano l’acquisizione e il trattamento di dati non pertinenti alla valutazione dell’attitudine professionale del lavoratore. Questo significa che le specifiche patologie sofferte in passato non possono, di regola, essere conosciute né richieste dal datore di lavoro.
Il Garante per la protezione dei dati personali, incaricato di vigilare sull’applicazione delle norme in materia, sottolinea l’importanza di un approccio sensibile e rispettoso delle informazioni sanitarie, affidando al solo medico competente la gestione di eventuali dati sanitari necessari per tutelare la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro.
Questa iniziativa rappresenta un passo significativo verso l’eliminazione delle barriere che, spesso, i guariti da malattie oncologiche incontrano nella loro vita professionale e sociale. Garantire che queste persone possano vivere senza l’ombra del loro passato clinico è un impegno che il Garante ribadisce con forza, assicurando che la protezione dei dati personali continui ad evolversi in linea con i diritti fondamentali dei cittadini.