L’articolo 7 del ddl Bilancio introduce una significativa revisione della disciplina delle auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti, apportando modifiche che riflettono l’impegno per una transizione ecologica e mirano a penalizzare l’uso di veicoli ad alte emissioni. A partire dal 1° gennaio 2025, le nuove disposizioni si applicheranno a tutti i contratti stipulati per veicoli aziendali di nuova immatricolazione, imponendo importanti variazioni nella determinazione dei fringe benefit.
Nuovi criteri per il calcolo del fringe benefit
La principale novità riguarda la sostituzione del criterio basato sulle emissioni di CO₂ con uno fondato sulla tipologia di alimentazione del veicolo. A partire dal 2025, il valore del benefit sarà calcolato in modo differente a seconda che il veicolo sia elettrico, ibrido plug-in o a motore termico.
Auto elettriche (Bev): il valore imponibile sarà calcolato con un coefficiente ridotto al 10%.
Auto ibride plug-in (Phev): sarà applicato un coefficiente del 20%.
Auto a motore termico: il coefficiente resta al 50%, ma con una penalizzazione più marcata per i veicoli con emissioni di CO₂ tra 61 e 160 g/km, che rappresentano una quota rilevante delle vetture acquistate o noleggiate.
Non sono previste variazioni per le auto più inquinanti con emissioni superiori a 190 g/km di CO₂, che paradossalmente ricevono un trattamento fiscale più favorevole rispetto ai veicoli della fascia intermedia. Le nuove regole non si applicano però ai veicoli concessi ai dipendenti entro il 31 dicembre 2024 o immatricolati prima di tale data.
Come cambia il calcolo fiscale: dall’emissione di CO₂ alla tipologia di alimentazione
Il sistema attuale prevede che il valore del benefit sia determinato in base al costo chilometrico standard ACI per una percorrenza annua di 15.000 chilometri, con un coefficiente variabile in funzione delle emissioni del veicolo:
25% per veicoli fino a 60 g/km,
30% tra 61 e 160 g/km,
50% tra 161 e 190 g/km,
60% oltre i 190 g/km.
Con la nuova disciplina, invece, il fringe benefit sarà determinato in modo diverso:
Veicoli elettrici: coefficiente ridotto al 10%.
Veicoli ibridi plug-in: coefficiente del 20%.
Altri veicoli, inclusi quelli a motore termico e ibridi senza ricarica esterna (Hev): coefficiente del 50%.
Questi cambiamenti, volti a favorire l’adozione di veicoli a zero o basse emissioni, non tengono conto delle auto ibride semplici (Hev), né di quelle a metano, GPL o idrogeno, che non beneficeranno delle aliquote agevolate.
Potenziali impatti per aziende e dipendenti
La nuova disciplina rischia di rallentare l’acquisto e il noleggio di nuovi veicoli aziendali. Per le aziende e i dipendenti che non possono accedere a veicoli ecologici agevolati, l’aumento della tassazione e dei contributi comporterà oneri significativi, tanto da rendere preferibile il mantenimento delle vetture già assegnate, evitando così i nuovi contratti di noleggio o acquisto.
Inoltre, l’attuale crisi di approvvigionamento nel settore automobilistico, aggravata dalla pandemia e da difficoltà logistiche globali, ha allungato i tempi di consegna per le nuove vetture. Molti veicoli ordinati quest’anno verranno consegnati solo nel 2025, il che significa che i dipendenti e le aziende potrebbero ritrovarsi con una situazione fiscale meno vantaggiosa rispetto a quanto previsto al momento dell’ordine.